GenAI e Normative: come si muove la comunità Europea

Oggi (13 febbraio) il comitato europeo sull’intelligenza artificiale dovrebbe approvare un nuovo regolamento in materia Intelligenza Artificiale che sarà successivamente votato dal parlamento Europeo nel mese di marzo per diventare legge europea. Sono i passi finali di un percorso iniziato nel 2022

Il testo approvato già in bozza il 2 febbraio 2024 per l’Atto sull’Intelligenza Artificiale (AI Act) dell’UE segna un passo significativo nella regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale. Questa legislazione mira a stabilire uno standard globale per una tecnologia impiegata in una vasta gamma di settori, dal bancario e al dettaglio fino ai settori automobilistico e aereo, nonché per usi militari, nella lotta alla criminalità e per scopi di sicurezza​. L’Atto sull’IA stabilisce anche che i fornitori di sistemi AI ad alto rischio dovranno effettuare valutazioni di impatto sui diritti fondamentali e sulla protezione dei dati, oltre a implementare sistemi di gestione del rischio durante tutto il ciclo di vita del prodotto​​. Questo è particolarmente importante in contesti come il riconoscimento biometrico, dove la raccolta e l’uso dei dati biometrici sollevano significative preoccupazioni per la privacy.

Il testo definisce una nuova classificazione dei rischi per i sistemi AI, stabilendo obblighi specifici per le categorie ad alto rischio e vietando alcune applicazioni ritenute inaccettabili a causa dei loro rischi. Ad esempio, saranno vietate le tecniche subliminali per modificare il comportamento individuale, il targeting e lo sfruttamento delle vulnerabilità di gruppi specifici, i sistemi di punteggio sociale, il riconoscimento biometrico in tempo reale in spazi pubblici per l’applicazione della legge, tra gli altri. I sistemi AI ad alto rischio, stimati dalla Commissione Europea essere circa il 5-15% dei sistemi AI, dovranno soddisfare obblighi sostanziali, inclusi valutazioni di conformità da parte di terzi e la registrazione in un database dell’UE​

​È importante notare che l’Atto sull’IA introduce regole specifiche anche per i modelli di AI di uso generale (GPAI), con requisiti per la classificazione dei modelli con rischio sistemico e obblighi procedurali per i loro fornitori. Questo include l’obbligo di redigere e mantenere aggiornata la documentazione tecnica del modello e fornire un riassunto dettagliato del contenuto utilizzato per l’addestramento del modello. I fornitori di GPAI con rischio sistemico dovranno inoltre valutare e mitigare i possibili rischi sistemici e garantire un adeguato livello di protezione della cybersecurity​

​L’accordo raggiunto il 2 febbraio sembra essere stato accolto positivamente, per l’equilibrio espresso tra innovazione e sicurezza, ciò nonostante alcune delle regole proposte dell’IA sono restrittive e potrebbero rallentare lo sviluppo e lo sviluppo di applicazioni AI innovative in Europa. L’implementazione dell’Atto e le modalità attuative saranno fondamentali per garantire che le regole dell’IA non gravino eccessivamente sulle aziende nella loro ricerca di innovazione e competitività in un mercato vivace e altamente dinamico​. Per ora il rischio quindi un’innovazione a due marce tra Europa e resto del mondo sembra concreto, con l’Europe che potrebbe procedere rallentata.

Il prossimo passo per l’Atto sull’IA per diventare legislazione è un voto da parte di un comitato chiave di legislatori dell’UE il 13 febbraio e il voto del Parlamento Europeo, previsto per marzo o aprile. Si prevede che entri in vigore prima dell’estate e dovrebbe essere applicato nel 2026. Tempi lunghi per una innovazione che corre.

Già l’Europa ha poca capacità di innovazione in ambito informatico e il rischio di un ulteriore rallentamento dell’innovazione è concreto.  La necessità di tutela dei cittadini e una mancata comprensione delle dinamiche globali, rende l’Euorpa cieca rispetto ai rischi delle interazioni globali. La vicenda dei trattori dovrebbe aver insegnato all’Europa l’insensatezza di regole locali Europee stringenti senza la possibilità di controllare ciò che viene fatto fuori dai propri confini Europei. Stiamo a vedere.

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